SICUREZZA LAVORO

La Fondazione incontra le autoscuole per diffondere la cultura della sicurezza | Corso sicurezza lavoro Bergamo

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La Fondazione incontra le autoscuole per diffondere la cultura della sicurezza

Corso sicurezza lavoro Bergamo

Ancora una volta il messaggio della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro ha avuto modo di essere portato anche verso altri settori che, anche se in maniera diversa, curano la sicurezza delle persone. Il 25 giugno, la Fondazione Asso.Safe, è stata invitata a partecipare ad un convegno organizzato a Padova da Antares, l’Associazione Nazionale Titolari Autoscuole Riunite e Studi, che rappresenta gli interessi dei propri associati nei settori dell’istruzione e formazione dei conducenti, dell’educazione stradale, degli studi di consulenza, delle scuole nautiche, dei centri di revisione dei veicoli ed agenzie infortunistiche.

L’invito ci è pervenuto dal Presidente di ANTARES nonché titolare di un nostro centro convenzionato che da anni collabora con noi, il Sig. Ulisse Cecchin, titolare dell’autoscuola Giove. Il Presidente, considerati gli ottimi risultati conseguiti grazie alla collaborazione con la Fondazione, ci ha “esortati” a divulgare informazioni e conoscenze nel campo della salute e sicurezza sul lavoro durante l’evento.

Come in altre occasioni la Fondazione ha subito accettato l’invito e ha presenziato orgogliosamente a questa nuova occasione di confronto con altre realtà operanti sul territorio nazionale.

Nel caso specifico è stata richiesta la nostra  partecipazione per dare ai presenti, membri di autoscuole di tutta Italia, delucidazioni sulla necessità, imposta dall’accordo della Conferenza Stato-Regioni raggiunto il 22 febbraio 2012, di una specifica abilitazione all’utilizzo delle attrezzature elencate nel comma 4 e 5 dell’articolo 73 del Decreto Legislativo 81/08 da parte degli operatori addetti. Grazie a questo accordo la sicurezza per gli operatori di attrezzature è stato finalmente regolamentato in maniera completa ed esaustiva almeno per quanto concerne i macchinari maggiormente diffusi.

A tale convegno, cui ho partecipato io direttamente quale relatore, in rappresentanza della Fondazione, abbiamo avuto la possibilità di spiegare che l’utilizzo di macchine agricole (trattori e cingoli), carrelli elevatori o delle altre macchine sopra elencate, oltre alla patente, richiede una abilitazione specifica, chiamata “patentino agricolo” che, in realtà, rispecchia la frequenza di un corso sulla sicurezza per la gestione di strumenti di lavoro secondo il Decreto Legislativo 81/08.

Pertanto, a prescindere da chi utilizza la macchina, sia esso un individuo operante in ambito privato (sul proprio terreno, orto, etc), il titolare di un’attività, un coadiuvante familiare, un socio, un dipendente, un lavoratore autonomo, addirittura pensionati, famigliari, collaboratori esterni provenienti da altri settori lavorativi o disoccupati che guidano il trattore o collaborano con un’azienda agricola pur non facendone direttamente parte, il medesimo è obbligato a conseguire tale patentino (è obbligato a conseguirlo anche chi noleggia o prende a prestito un trattore).

Questo per fare in modo che le autoscuole, beneficiando dei servizi messi a disposizione da aziende di primo piano con cui la Fondazione ha stretto una partnership e potendo contare su docenti con esperienza professionale pratica, documentata, almeno triennale, nelle tecniche dell’utilizzazione delle attrezzature di cui trattasi, messi a disposizione da Asso Safe possano avere la possibilità di offrire ai propri clienti, oltre alla consueta patente di guida, i sopra detti patentini speciali, con relativa abilitazione professionale come operatore di attrezzatura speciale.

Il nostro intervento ha suscitato grande interesse nei partecipanti, i quali, numerosi, mi hanno chiesto ulteriori chiarimenti su come poter godere del nostro supporto e conoscere in maniera più dettagliata i singoli servizi che offriamo sia per quanto concerne la formazione elearning, quella che si effettua direttamente online, che quella svolta in aula.

Molte le richieste anche sull’utilizzo della Piattaforma Pratica e sulla possibilità di diventare docenti nel campo della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ciò a dimostrazione del fatto che, anche in questa occasione, l’interesse nei confronti delle opportunità offerte dalla Fondazione si è dimostrato molto alto. E’ evidente che anche in questo settore sia importante fornire agli operatori i necessari mezzi affinché anch’essi siano portatori della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro così come loro sono interpreti delle norme che regolano la sicurezza stradale. La diffusione di questa cultura passa anche dalla presenza della Fondazione Asso.Safe in queste occasioni utili per migliorare la consapevolezza e occasione per creare nuovi tipi di collaborazioni che intreccino diversi settori del mondo della sicurezza.

In questo caso sono state le autoscuole i protagonisti del convegno ma anche in altre circostanze si è riscontrata la volontà di offrire ai propri clienti ulteriori servizi, sapendo di poter contare sul sostegno di una realtà e di un network ormai consolidato su tutto il territorio nazionale.

 

A cura di Simone Ascolese – Comitato Scientifico Fondazione Asso.Safe

Partecipazione attiva: dal mondo del lavoro a quello della formazione | Formazione sicurezza Bergamo

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Partecipazione attiva: dal mondo del lavoro a quello della formazione

Formazione sicurezza Bergamo

Ogni cosa che ci circonda, dalla più piccola alla più grande, ci sottolinea come sia necessaria una perfetta sincronizzazione e coordinazione, affinché tutto possa funzionare in maniera armonizzata.

Nel momento in cui questi meccanismi di funzionamento sincroni, vengono in qualche modo “deviati”, si generano catastrofi di ogni genere.

La stessa “procedura” viene utilizzata dal nostro corpo: ogni cellula, ogni nervo e ogni organo lavora per rendere efficiente la macchina nella sua totalità…

Un cuore che pompa il sangue facendolo arrivare ovunque serva, i reni che lo purificano espellendo sostanze di scarto attraverso l’urina, gli organi preposti a fornirci l’energia di cui abbiamo bisogno affinché possiamo essere in grado di svolgere le normali attività quotidiane.

Non voglio parlare di fisiologia umana, tranquilli, non ne avrei di certo le competenze, ma mi solletica l’idea di paragonare il lavoro del network della nostra Fondazione al lavoro sincopato che, incessante, fa il nostro corpo per garantirne il perfetto funzionamento.

In questi ultimi due mesi, in cui abbiamo cominciato ad erogare la formazione ai dipendenti di tutte le filiali della Carige spa, operanti sul territorio nazionale, sotto una lente di ingrandimento, ho visto come, ogni ingranaggio della Fondazione, lavora in funzione di tutti gli altri, e non per tentativi ed errori, ma, mettendo in campo un insieme di capacità e competenze, in grado di combinare, in maniera esaustiva, le esigenze di ciascuno (dal committente, ai docenti, ai discenti, ai collaboratori della Fondazione, fino alle risorse esterne).

Certo è che né l’una né l’altra (capacità e competenze), sono in grado di garantire che ciò possa, ipso facto, evitare che si possano verificare problematiche o la necessità di ripianificare un intervento, nonostante la sua messa in opera, se non ci fossero le teste. Non si tratta di “teste piene o teste vuote”, ma di TESTE CHE FUNZIONANO.

E per dirla con Perrenoud “la competenza è la Capacità di agire in una situazione data, capacità che si fonda su alcune conoscenze, ma non si riduce ad esse”.

La competenza e la capacità di riconoscere le risorse necessarie da mettere in campo, se utilizzate in maniera sinergica, rendono, l’azione, mirata alla risoluzione di una situazione complessa, efficace.

Il lavoro della Fondazione, consentitemi, reticolare, funziona anche grazie alla cooperazione ed alla competenza di tutti quei centri che, facendone parte, si sono attivati ed adoperati, per consentirci di garantire la formazione di aggiornamento di primo soccorso e di aggiornamento per i preposti, agli oltre 1000 dipendenti della Carige, presenti in tutte le Regioni italiane.

Di fondamentale importanza, inoltre, ai fini di una progettazione e programmazione degli interventi formativi efficace, è la comunicazione interattiva con l’ufficio delle risorse umane della Carige, senza la quale, di certo, il nostro compito sarebbe stato più arduo.

Il costante monitoraggio al termine delle formazioni, ci consente di rilevare tempestivamente eventuali criticità e di intervenire su di esse con azioni decise di rottura di tanti schemi concettuali, che altrimenti le renderebbero paradigmatiche e appiattite ad un “ciclo produttivo” di mera adesione burocratico – normativa.

Partendo dalla mappatura delle filiali, abbiamo attivato un sistema di assessment, che ci potesse consentire, in prima battuta, di effettuare una pianificazione per l’erogazione delle formazioni nel periodo maggio – dicembre 2017. Ciò ha consentito ai dipendenti Carige di poter scegliere la data di fruizione della formazione, in base alle necessità sia aziendali che individuali.

Garantire che gli adempimenti normativi vengano soddisfatti, significa avvalersi di personale docente che abbia un bagaglio unico per competenza e capacità, frutto di attività maturate sul campo, in grado di tarare gli interventi formativi in base alla realtà lavorativa di ciascuno. Di fatto, i nostri docenti, non si limitano ad una enunciazione normativa, né ad una successione di pratiche operative, ma ad una vera e propria organizzazione ed animazione della formazione, richiamando situazioni di apprendimento che si riferiscono a situazioni reali, in cui il soggetto è chiamato ad esercitare ruoli attivi.

L’iniziale propensione all’entropia che caratterizza i discenti, dominati dai processi di inerzia che replicano il “già noto”, viene, sovente (almeno questo emerge dai piani di monitoraggio) sostituita da un’energica curiosità e voglia di apprendimento, che convalidano come mirata la formazione. Ciò fa si che i dipendenti non subiscano la formazione, ma diventino partecipanti attivi, i docenti traggano soddisfazione dal loro lavoro e la committenza riconosca l’importanza e l’efficacia del lavoro prestato.

Come già detto, grazie al supporto dei centri del network, le formazioni si svolgono prevalentemente in aula, ma laddove ciò non sia possibile, i nostri docenti erogano le formazioni all’interno delle nostre aule mobili.

Abilità, conoscenze, competenze e risorse, costituiscono la trama e, al contempo, rappresentano gli ingredienti fondamentali di un’azione formativa che agisce in modo significativo ed efficace a più livelli.

 

A cura di Mattia Mingardo – Presidente Fondazione Asso.Safe

Prevenzione dei rischi derivanti dall’impiego delle macchine | Sicurezza lavoro macchine

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Prevenzione dei rischi derivanti dall’impiego delle macchine

Sicurezza lavoro macchine

Pericoli delle macchine

La complessità dell’argomento obbliga a riassumere per quanto possibile i problemi e a condensare quanto previsto dalla normativa.

I pericoli, fonti di danno per la sicurezza, si possono così riassumere:

 a) afferramento, imprigionamento (es. cilindri controrotanti);

b) cesoiamento, schiacciamento, amputazione (es. cesoie, fustelle, presse);

c) rottura, proiezione parti (es. cinghie di trasmissione, volani, dischi mole);

d) taglio, amputazione (es. taglierine, cesoie);

e) trascinamento, afferramento (es. nastri trasportatori, catene);

f) proiezione di trucioli, schegge, scintille, faville incandescenti, spruzzi;

g) parti o componenti accessibili ad elevata temperatura non protetti, spigoli taglienti e pungenti accessibili;

h) equilibrio instabile, caduta di parti, ribaltamento, spostamenti repentini durante il montaggio, lo smontaggio e la preparazione;

i) investimento di persone durante la manovra di macchine semoventi;

l) ribaltamento;

m) illuminazione inadeguata della zona di lavoro (macchine semoventi);

n) accessibilità difficile o non agevole;

o) cedimenti strutturali;

p) incendi ed esplosioni.

I pericoli, fonti di danno per la salute, si possono così riassumere:

a) rumore;

b) vibrazioni;

c) posture fisse mantenute;

d) posture incongrue, sovraccarico degli arti superiori;

e) radiazioni;

f) temperature elevate;

g) illuminazione inadeguata, nel caso di lavoro che comporti elevato impegno visivo;

h) emissione di fumi, polveri, vapori e gas nocivi.

Protezione delle macchine

Le macchine, gli stessi componenti, gli organi lavoratori, le trasmissioni, quando costituiscono un pericolo in fase di avviamento o funzionamento devono essere realizzati in modo da non costituire pericolo per il lavoratore – utilizzatore.

Protezioni segregazioni e dispositivi di sicurezza

La normativa definisce, oltre ai concetti di ergonomia e sicurezza nell’impiego, un concetto fondamentale: ogni pericolo creato da una macchina deve essere eliminato; i sistemi fondamentali sono di tipo tecnico o di tipo organizzativo e gestionale.

Tra i concetti di tipo tecnico volti a preservare l’incolumità del lavoratore è fondamentale l’isolamento delle parti in movimento pericolose e delle zone di rischio, ove cioè sussistano pericoli specifici per l’addetto. La nota vale per le parti di macchine a funzionamento intermittente che possono trarre in inganno l’utilizzatore e causare gravi lesioni.

I sistemi di protezione sono essenzialmente i seguenti:

a) Protezione: avvolge, isolando la parte pericolosa; esempio un carter che avvolge una trasmissione a catena, un involucro che protegge una coppia di ingranaggi. Può essere realizzata in modo da consentire il passaggio del pezzo da lavorare ma non delle mani dell’operatore. La protezione deve essere applicata in modo da consentirne l’asportazione a mezzo utensili o chiave. Il fissaggio mediante pomelli con vite, ganci, magneti, apribili manualmente, non è consentito.

b) Segregazione: isola la zona pericolosa, impedendo ai lavoratori di avvicinarsi; esempio: una barriera o una robusta rete; deve comunque essere realizzata in modo tale che, anche sporgendosi, una persona non acceda alla zona di pericolo.

c) Dispositivo di sicurezza: arresta la macchina o le parti in movimento in caso di pericolo immediato. Può essere realizzato nei modi più diversi:

– barriera fotoelettrica (fotocellula): blocca la macchina qualora una mano o parte del corpo dell’addetto si avvicinasse alla zona di pericolo;

– microinterruttore: collegato ad uno sportello o riparo atto a segregare la zona di pericolo, toglie tensione all’alimentazione della macchina;

– dispositivo meccanico: blocca l’organo lavoratore nel caso non sia predisposta una protezione;

Esistono poi dispositivi di sicurezza per altri tipi di impianti, quali valvole di sicurezza per circuiti idraulici, pneumatici, bombole, flange a rottura.

Le protezioni ed i dispositivi di sicurezza non possono essere rimossi se non per necessità di lavoro. Qualora debbano essere rimossi, dovranno essere immediatamente adottate misure atte a mantenere in evidenza e a ridurre al minimo possibile il pericolo che ne deriva.

La rimessa a posto della protezione o del dispositivo deve avvenire non appena siano cessate le ragioni che hanno resa necessaria la loro temporanea rimozione.

Organi di comando delle macchine

Ogni macchina deve avere gli organi di comando per la messa in moto e l’arresto ben visibili e individuabili; i comandi a tasto devono essere contrassegnati da una marcatura adatta (simboli normalizzati secondo norma UNI/ISO 7000) e a facile portata dell’operatore. Qualora l’organo di comando possa essere manovrato da altri, devono adottarsi misure per evitare lesioni alle altre persone.

I comandi di messa in moto delle macchine devono essere collocati in modo da evitare avviamenti o innesti accidentali o indesiderati, quindi essere dotati di dispositivi atti a conseguire lo scopo.

Lo scopo è ottenibile attraverso sistemi meccanici o con dispositivi elettromeccanici (doppi comandi, comandi a uomo presente, a movimento multiplo, protezioni passive). I comandi a pedale devono essere provvisti di un riparo efficace (custodia) che eviti ogni possibilità di azionamento accidentale.

Istruzioni di sicurezza

Le macchine qualora, nonostante le protezioni, presentino rischi residui durante l’utilizzo, debbono recare precise istruzioni per il montaggio, l’impiego, l’attrezzaggio, la manutenzione. Il manuale delle istruzioni diviene un componente fondamentale della macchine che deve essere presente nei pressi della stessa e oggetto della formazione operativa dell’addetto da parte dei preposti.

Le istruzioni di sicurezza devono essere facilmente comprensibili ed essere nella lingua del paese utilizzatore, nella fattispecie italiano.

Il personale utilizzatore deve essere informato su rischi che la macchina può comportare, compreso l’uso improprio che può essere fatto della stessa e delle contro indicazioni dovute allo stesso.

Divieto di intervenire sulle parti in moto della macchina

È vietato compiere, su organi in moto, qualsiasi operazione di pulitura, riparazione, regolazione o registrazione (a meno che la macchina sia espressamente predisposta).

Qualora sia necessario eseguire tali operazioni durante il moto, deve essere previsto un sistema che consenta di svolgere l’operazione in tutta sicurezza.

Trasmissioni

Nastri trasportatori, rulli, alberi, pulegge, cinghie, funi, catene di trasmissione, corone, cilindri e coni di frizione devono essere protetti nel caso siano accessibili e, se in moto, costituire un  pericolo. Le norme di buona tecnica e gli allegati alla normativa di legge stabiliscono nel dettaglio le caratteristiche che le protezioni devono avere per evitare qualunque contatto che possa generare infortunio.

Marcatura

Le macchine immesse sul mercato dal settembre 1996 devono recare il marchio CE apposto dal fabbricante come attestazione della conformità alle specifiche norme di buona tecnica esistenti.

Tale marchio viene applicato dal costruttore su propria specifica responsabilità.

Il marchio CE deve essere apposto in etichetta serigrafata contenente marchio del fabbricante, ragione sociale, indirizzo, anno di fabbricazione, tipo di macchina e numero di serie.

Controlli periodici sull’efficienza della macchina e dei dispositivi di sicurezza

Parte importante nella prevenzione dei rischi derivanti dall’utilizzo delle macchine nei luoghi di lavoro è la verifica periodica sul funzionamento dei dispositivi di sicurezza, sullo stato delle protezioni e sul corretto stato d’uso.

La verifica deve essere svolta periodicamente da un addetto alla manutenzione o da un preposto e ha lo scopo di verificare che non vi siano malfunzionamenti o manomissioni che possano compromettere la sicurezza di funzionamento delle macchine stesse, sulla base dei modelli previsti dalla linee guida INAIL.

In caso di ripetute non conformità devono essere effettuati richiami e adottati provvedimenti disciplinari nei confronti dell’utilizzatore.

Interventi di manutenzione

Prima di procedere a qualsiasi intervento di manutenzione bisogna chiedere l’autorizzazione al responsabile di produzione e segnalare al capo reparto o capo turno il tipo di intervento da effettuare e la macchina o impianto oggetto dell’intervento stesso.

Durante gli interventi di manutenzione, di preparazione o modifica delle possibilità operative delle macchine si devono attuare quelle precauzioni volte ad evitare ogni possibile pericolo di avviamento intempestivo o movimento di parti delle macchine provvedendo a:

– collocare cartelli appositi di avviso e divieto di effettuare manovre sugli interruttori dei quadri di alimentazione;

– aprire l’interruttore di alimentazione a bordo macchina;

– predisporre blocchi meccanici per le parti della macchina che possono spostarsi o cadere durante gli smontaggi;

– mettere in sicurezza le parti da smontare che, a causa del peso o della particolare forma, potrebbero causare danni all’addetto in caso di spostamento repentino dalla propria posizione;

– segnalare e mettere in sicurezza l’area destinata all’intervento, ricorrendo anche a segregazioni qualora potesse esservi il rischio di proiezione o caduta di parti, schegge o utensili che possano investire le persone.

La rimessa in marcia di macchine o impianti deve essere autorizzata dal capo reparto.

Ripristino delle condizioni di sicurezza dopo un intervento di manutenzione

Ogni intervento di manutenzione eseguito su una macchina deve ripristinarne le condizioni originali. Eventuali parti sostituite devono essere parti originali oppure essere, per caratteristiche tecniche e di funzionalità, identiche a quelle sostituite, ciò vale anche per i dispositivi di sicurezza.

Il mancato ripristino o, peggio, la manomissione di dispositivi di sicurezza e protezioni comporterebbe il sollevamento da ogni responsabilità del costruttore e l’assunzione di dette responsabilità da parte dell’azienda.

Il personale addetto a tali interventi deve attenersi alle istruzioni ricevute e/o a quanto previsto sul manuale di manutenzione e deve essere personale qualificato ed incaricato in maniera specifica.

Normativa riguardante le Procedure di Collaborazione con gli Organismi Paritetici | Formazione sicurezza lavoro

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Normativa riguardante le Procedure di Collaborazione con gli Organismi Paritetici

Formazione sicurezza lavoro

Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81

Articolo 2, comma 1, lettera ee):

«organismi paritetici»: organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi privilegiate per: la programmazione di attività formative e l’elaborazione e la raccolta di buone prassi a fini prevenzionistici; lo sviluppo di azioni inerenti alla salute e alla sicurezza sul lavoro; l’assistenza alle imprese finalizzata all’attuazione degli adempimenti in materia.

Articolo 51, Organismi paritetici:

gli organismi sono prima istanza di riferimento in merito a controversie sorte sull’applicazione dei diritti di rappresentanza, informazione e formazione, previsti dalle norme vigenti.
Gli organismi paritetici possono supportare le imprese nell’individuazione di soluzioni tecniche e organizzative dirette a garantire e migliorare la tutela della salute e sicurezza sul lavoro.

Gli organismi paritetici svolgono o promuovono attività di formazione, anche attraverso l’impiego dei fondi interprofessionali …, nonché, su richiesta delle imprese, rilasciano una attestazione dello svolgimento delle attività e dei servizi di supporto al sistema delle imprese…

Articolo 37, Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti:

  1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:
    a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
    b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.
    2. La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottato, previa consultazione delle parti sociali, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo.
    7. I dirigenti e i preposti ricevono a cura del datore di lavoro, un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro.
  2. I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico; ….
    10. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi.
    12. La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli organismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui si svolge l’attività del datore di lavoro, durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori.

Accordo Stato Regioni 21 dicembre 2011 n. 221 (formazione lavoratori, preposti, dirigenti):

durata, contenuti minimi, modalità di formazione, aggiornamento. Requisiti dei docenti (esperienza triennale). Organizzazione della formazione: soggetto organizzatore, responsabile corso e nominativo docenti, numero massimo di 35 partecipanti, registro presenze, obbligo di frequenza del 90%, contenuti (tenendo presente età, genere, lingua, ecc.). Metodologie di apprendimento (esercitazioni teoriche e pratiche, e-learning). Percorso formativo: 4 ore formazione generale + 4/8/12 formazione specifica. Formazione preposti: +8 ore. Formazione dirigenti sostitutiva: 16 ore. Aggiornamento lavoratori, preposti, dirigenti: 6 ore ogni 5 anni.

Accordo Stato Regioni 21 dicembre 2011 n. 223 (formazione datori di lavoro che svolgono attività di RSPP):

contenuti, articolazioni, modalità di espletamento del percorso formativo, aggiornamento. Soggetti formatori (regioni, università, INAIL, sindacati, enti bilaterali, ecc.) e requisiti docenti. Organizzazione dei corsi: responsabile del progetto formativo e docente, numero massimo di 35 partecipanti, registro presenze, 10% assenze ammesse. Metodologie di apprendimento (metodologie interattive). Percorso formativo: rischio basso 16, rischio medio 32, rischio alto 48 ore. Valutazione e certificazione (colloquio o test). Aggiornamento ogni 5 anni: 6 ore (basso), 10 ore (medio), 14 ore (alto). Esercizio di nuova attività: obbligo entro 90 giorni.

Circolare n. 7, 17 settembre 2012, Regione Lombardia

Enti bilaterali e organismi paritetici. Procedure per la richiesta di collaborazione. Riconoscimento della formazione pregressa: datori di lavoro e dirigenti (effettuata entro l’11 gennaio 2012) 5 anni, lavoratori e preposti (effettuata entro l’11 gennaio 2012) 12 mesi (se fatta prima dell’11 gennaio 2007) 5 anni (se fatta dopo l’11 gennaio 2007). Modalità di erogazione (registro presenze, ore, nominativi docenti, modalità organizzative, valutazione e certificazione, prove finali). Rilascio attestati (Modigliani bianco A4). Lista Organismi Paritetici.

Circolare n. 20, 25 ottobre 2013, Regione Lombardia (attrezzature di lavoro)

Il questionario pre-formativo | Corsi sicurezza Bergamo

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Il questionario pre-formativo

Corsi sicurezza Bergamo

Introduzione

La realtà lavorativa analizzata è una scuola primaria in provincia di Bergamo. Nella scuola lavorano stabilmente quindici insegnanti, treausiliari personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario), e due addetti mensa di un’impresa appaltatrice; occasionalmente sono presenti anche esperti per progetti formativi educativi. Durante le lezioni la presenza del personale docente e non docente varia secondo i giorni e gli orari; non tutti i lavoratori hanno la stessa tipologia contrattuale e svolgono le medesime ore lavorative. La maggior parte del personale è stabile da più di dieci anni ma ci sono insegnanti che ricoprono incarichi annuali e variano di anno in anno. Non sono presenti lavoratori comunitari o extracomunitari; tutto il personale ha nazionalità italiana. Negli ultimi venti anni non si sono verificati infortuni di importanza rilevante al personale dipendente. L’edificio scolastico risale agli anni ’50 e ha avuto una significativa ristrutturazione negli anni ’90. E’ composto da due piani fuori terra e un piano seminterrato, usato come magazzino. E’ dotato di segnaletica e cartellonistica, mappe con piano di evacuazione, con segnalazione dei punti sicuri e del luogo di raccolta. Il piano di evacuazione è rielaborato di anno in anno con particolare attenzione alla presenza di bambini disabili. È presente un’aula computer, non ci sono aule di scienze e di chimica. Ogni aula ordinaria ha in dotazione un computer e, in alcuni casi, una lavagna interattiva multimediale. Il locale adibito a mensa si trova al piano terra, non sono presenti cucine in quanto il cibo servito è preconfezionato. La palestra è completamente fuori terra ed è separata dal complesso principale.

Struttura del questionario

Come asserzione introduttiva è stata riportata la frase: “Il seguente questionario riguarda la sicurezza sul luogo di lavoro ed è in forma totalmente anonima. I dati raccolti verranno utilizzati per uno studio con finalità statistica e di ricerca.” Si cerca quindi di spiegare la motivazione e le finalità del questionario e viene inoltre sottolineato il totale anonimato dello stesso. Sono state poi redatte quindici domande, quattordici a risposta multipla e soltanto l’ultima a risposta aperta. Le prime cinque domande sono di carattere personale e anagrafico: viene chiesto il sesso, l’età, il titolo di studio, l’anzianità lavorativa e le ore lavorative settimanali. Seguono nove domande, sempre a risposta multipla, riguardanti il tema della sicurezza. Le prime tre sono di carattere generale e riguardano il ruolo di ognuno e la sua conoscenza pratica: “Hai un ruolo attivo nella sicurezza?”, “Sei a conoscenza del piano di evacuazione?”, “Si effettuano regolarmente le prove antincendio?”. Le successive due domande vogliono approfondire il grado di rischio percepito e chiedono di specificare quali sono tali rischi: “Quanto ti senti sicuro nel luogo dove lavori?” e “Quali sono i principali rischi presenti?”. Segue una domanda specifica: “Hai mai avuto infortuni sul lavoro?”. Le ultime sono inerenti alla formazione individuale: “Hai già avuto esperienze formative?”, “Ritieni utile un corso di formazione?”, “Quale corso ritieni più utile tra i seguenti?”. Nella parte finale è riportata una domanda aperta, l’unica del questionario: “Cosa ti aspetti da un corso sulla formazione?”.

Dati anagrafici

 Personale Sesso Età Titolo di studio Anzianità lavorativa (anni) Ore lavorative settimanali
F M 20-30 31-40 41-50 51-60 E M S L 0-10 11-20 21-30 31-40 0-10 11-20 21-30 31-40
 Questionario 1 x x x x x
 Questionario 2 x x x x x
 Questionario 3 x x x x x
 Questionario 4 x x x x x
 Questionario 5 x x x x x
 Questionario 6 x x x x x
 Questionario 7 x x x x x
 Questionario 8 x x x x x
 Questionario 9 x x x x x
 Questionario 10 x x x x x
 Questionario 11 x x x x x
 Questionario 12 x x x x x
 Questionario 13 x x x x x
 Questionario 14 x x x x x
 Questionario 15 x x x x x
 Questionario 16 x x x x x
 Questionario 17 x x x x x
 Questionario 18 x x x x x
 Questionario 19 x x x x x
 Questionario 20 x x x x x
 Questionario 21 x x x x x

E: elementare, M: scuola media inferiore, S: scuola media superiore, L: laurea

Al questionario hanno risposto in totale ventuno persone: venti donne e un solo uomo. Solo due persone hanno tra i 20 e i 30 anni, tre hanno tra i 31 e i 40 anni, sette hanno tra i 41 e i 50 anni e nove hanno tra i 51 e i 60 anni. Si rileva quindi che il personale ha un’età media piuttosto avanzata, pochissimi sono i giovani. L’esperienza del personale risulta essere di livello medio-alto, dato supportato anche dall’anzianità lavorativa: solo due persone stanno lavorando da meno di 10 anni, sei da 11 a 20 anni, otto da 21 a 30 anni e cinque da 31 a 40 anni. Si deduce che sono lavoratori con una certa esperienza sia dal punto di vista personale che dal punto di vista lavorativo. Il livello educativo è anch’esso medio-alto: la maggior parte (quindici persone) ha come titolo di studio la scuola media superiore e cinque sono laureati.

 Dati riguardanti la sicurezza

 Personale Ruolo attivo Piano di evacuaz. Prove antincen. Quanto ti senti sicuro Principali rischi Infortuni precedenti
No P PS A Si No Si No 1 2 3 4 5 No <40 >40
Questionario 1 x x x x x
Questionario 2 x x x x IN, CH x
Questionario 3 x x x x IG, PO, ST x
Questionario 4 x x x x RU, IG, PO, ST, EL x
Questionario 5 x x x x PO, FE x
Questionario 6 x x x x x
Questionario 7 x x x x PO, CH, BI x
Questionario 8 x x x x ST x
Questionario 9 x x x x AT, BI x
Questionario 10 x x x x IN, AT x
Questionario 11 x x x x x ST x
Questionario 12 x x x x AT, FE x
Questionario 13 x x x x PO, CH, BI x
Questionario 14 x x x x SI x
Questionario 15 x x x x RU, ST x
Questionario 16 x x x x x
Questionario 17 x x x x x RU, ST x
Questionario 18 x x x x RU, IG, PO, ST x
Questionario 19 x x x x FE x
Questionario 20 x x x x x ST x
Questionario 21 x x x x RU, IG, PO x

P: preposto, PS: primo soccorso, A: antincendio

IN: incendio, SI: sismico, RU: rumore, IG: igienico, PO: posturale, CH: chimico, AT: uso attrezzature, ST: stress lavoro-correlato, US: ustione, FE: ferite, BI: biologico, EL: elettrocuzione

Nella scuola sono presenti due preposti, due addetti antincendio e due addettial primo soccorso; un’insegnante ha funzioni sia di preposto che di addetto antincendio. Solo un lavoratore non è a conoscenza del piano di evacuazione e la grande maggioranza sostiene di effettuare regolarmente le prove antincendio. Il grado di sicurezza percepito è medio alto: solo due lavoratori ritengono di essere poco sicuri sul luogo di lavoro, mentre la maggior parte (otto) si ritengono mediamente sicuri, undici abbastanza sicuri. Interessante è l’analisi dei rischi percepiti: lo stress da lavoro-correlato ha ricevuto la maggioranza delle segnalazioni (otto). Seguono i rischi posturali (sette), cinque indicano come rischio il rumore e sette il rischio biologico o igienico. I rischi ferite (tre), attrezzature (tre), incendio (due), sismico (uno) sono poco considerati.

Dati riguardanti la formazione

Personale Esperienze formative Ritieni utile la formazione Corso più utile
Si No Si No FG RE EM AN PI PS PC
Questionario 1 x x
Questionario 2 x x x
Questionario 3 x x x
Questionario 4 x x x
Questionario 5 x x x
Questionario 6 x x x
Questionario 7 x x x x x
Questionario 8 x x x
Questionario 9 x x x
Questionario 10 x x x x
Questionario 11 x x x
Questionario 12 x x x
Questionario 13 x x x x x x
Questionario 14 x x x
Questionario 15 x x x x
Questionario 16 x x x
Questionario 17 x x x
Questionario 18 x x x x
Questionario 19 x x x
Questionario 20 x x x
Questionario 21 x x x

FG: corso di formazione generale, RE: corso “rischio elettrico”, EM: corso comportamenti corretti in caso di emergenza, AN: corso antincendio, PI: corso rischi derivanti da postura incongrua, PS: corso primo soccorso, PC: corso utilizzo di prodotti chimici

Quasi tutti i dipendenti hanno effettuato precedentemente corsi di formazione con l’esclusione di due persone. Eccetto una persona, tutti ritengono utile la formazione e in particolare: otto ritengono utile un corso di formazione generale, otto vorrebbero seguire un corso per comportarsi correttamente in caso di emergenza e ben nove persone vorrebbero effettuare un corso di primo soccorso. Solo un lavoratore è interessato al rischio elettrico, mentre nessuno ritiene realmente utile un corso sull’utilizzo dei prodotti chimici o un corso sul primo intervento in caso di incendio.

Alla domanda finale “Cosa ti aspetti da un corso sulla sicurezza?” non tutti hanno risposto, sei persone hanno lasciato in bianco. Dalle quindici risposte scrittela tendenza sembra essere quella di voler acquisire competenze pratiche; si preferisce l’aspetto concreto, ritenuto più efficace, che quello teorico, ritenuto forse inutile: “Un corso non solo di teoria e buoni propositi”, “Tirocinio, non solo teoria”, “Consigli pratici da applicare in caso di emergenza o soccorso”, “Reali nozioni di intervento pratico per la sicurezza degli alunni”, “Competenze pratiche”. Un altro punto sottolineato da molti è stato la gestione delle emergenze: “Un corso sulla sicurezza dovrebbe fornire tutte le conoscenze necessarie per consentire di mettere in atto comportamenti di prevenzione e di primo soccorso in caso di pericolo”, “Acquisire competenze che permettano di affrontare eventuali situazioni di pericolo con l’autocontrollo necessario e senza lasciarsi prendere dal panico”, “Acquisire sicurezza nell’affrontare situazioni di emergenza”, “Mi aspetto di ricevere informazioni che mi indichino come ridurre i rischi e, in caso di emergenza, di attuare procedure adatte e in modo corretto”, “Far comprendere a tutti quanto sia realmente importante saper prendere la decisione giusta”. Probabilmente la necessità di comportarsi in maniera adeguata in caso di emergenza è legata principalmente alla presenza di bambini; un’insegnante ha sottolineato la particolarità di questa professione: “Il corso deve essermi utile a scuola con alunni tra i sei e i dieci anni”.

Conclusioni

I dati analizzati indicano una percezione del rischio, da parte del personale, più legato a situazioni eccezionali di pericolo piuttosto che a pericoli quotidiani. La maggior parte vorrebbe seguire un corso formativo che tratti tematiche inerenti al primo soccorso, a comportamenti corretti in caso di emergenza e, più in generale, un corso pratico che sia in grado di fornire competenze per la salvaguardia dei minori. A riguardo si potrebbe pensare di formare al primo soccorso,oltre i due addetti designati, tutto il personale insegnante e ATA, o almeno gran parte, in quanto sempre presente in eventuali situazioni di rischio.