Valutazione del Rischio | Valutazione Rischi Bergamo

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Valutazione del Rischio

Valutazione Rischi Bergamo

Il processo da seguire analizza le lavorazioni, le fasi operative, i fattori di rischio, i lavoratori esposti, il grado di formazione degli stessi, ponendo in relazione la gravità del danno o lesione conseguente all’incidente o all’esposizione al rischio per la salute con la probabilità che esso si verifichi.

La quantificazione del rischio è stata impostata sulla base dei dati statistici aziendali relativi agli infortuni indennizzati rilevati dal registro infortuni, sull’esperienza e sulla conoscenza delle problematiche specifiche in materia di prevenzione e protezione dei relatori.

Nelle successive tabelle sono descritte le scale semiquantitative del danno (D) e della probabilità (P) ed i criteri per l’attribuzione dei valori.

La definizione della scala delle probabilità fa riferimento principalmente all’esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata ed il danno ipotizzato; in secondo luogo all’esistenza di dati statistici noti a riguardo, a livello di azienda o di comparto di attività; un criterio di notevole importanza, infine, è quello del giudizio soggettivo di chi è direttamente coinvolto nella realtà lavorativa, che spesso costituisce l’unica fonte di tipo pseudo-statistico disponibile.

La scala di gravità del danno chiama invece in causa la competenza di tipo sanitario e fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno, distinguendo tra infortunio ed esposizione acuta o cronica.

Scala delle probabilità P

Valore Livello Definizioni / criteri
4 Altamente

probabile

Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori.

Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili (consultare le fonti di dati su infortuni e malattie professionali, dell’azienda, dell’ASL, dell’INAIL, ecc…).

3 Probabile La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto.

È noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno.

2 Poco probabile La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi.

Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi.

1 Improbabile La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabile indipendenti.

Non sono noti episodi già verificatisi.

 Scala dell’entità del danno D

Valore Livello Definizioni / criteri
4 Gravissimo Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale.

Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti.

3 Grave Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale.

Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti.

2 Medio Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile.

Esposizione cronica con effetti reversibili.

1 Lieve Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile.

Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili.

Definiti il danno e la probabilità, il rischio viene automaticamente graduato mediante la formula R = P x D ed è raffigurabile in un’opportuna rappresentazione grafico-matriciale, avente in ascisse la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

                  P 4 8 12 16  
  3 6 9 12  
  2 4 6 8  
  1 2 3 4 D
           

I rischi maggiori occuperanno in tale matrice le caselle in alto (danno letale, probabilità elevata), quelli minori le posizioni più vicine all’origine degli assi (danno lieve, probabilità trascurabile), con tutta la serie di posizioni intermedie facilmente individuabili. Una tale rappresentazione costituisce di per sé un punto di partenza per la definizione delle priorità e la programmazione temporale degli interventi di protezione e prevenzione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del rischio permette di identificare una scala di priorità degli interventi:

R > 8 Azioni correttive indilazionabili
4 ≤ R ≤ 8 Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza
2 ≤ R ≤ 3 Azioni correttive e/o migliorative da programmare nel breve-medio termine
R = 1 Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione