DVR Bergamo

Cleaning professionale: I rischi del settore | Valutazione rischi Bergamo

By / DVR, NEWS, RSPP, SICUREZZA LAVORO / Commenti disabilitati su Cleaning professionale: I rischi del settore | Valutazione rischi Bergamo

Cleaning professionale: I rischi del settore

Valutazione rischi Bergamo

Contusioni, abrasioni, fratture e disturbi muscolari causati da carichi troppo pesanti: sono gli infortuni più frequenti che si verificano nel settore del cleaning. Tra gli incidenti ricorrenti anche il contatto o l’inalazione di prodotti chimici e gli infortuni a rischio biologico prevalentemente da aghi a sospetta contaminazione. I disturbi muscolo scheletrici costituiscono il 30-40 per cento delle malattie professionali del settore. Altre patologie frequenti riguardano la cute, quindi dermatiti, e l’apparato respiratorio, asma.

I rischi

I rischi per la sicurezza e la salute di chi lavora nel comparto sono diversi. Quelli dovuti a cadute dall’alto nell’uso di scale portatili, rischi di scivolamento, urto, schiacciamento, rischi di contatto con agenti chimici o biologici. E ancora movimentazione manuale di carichi e movimenti ripetitivi, e rischi da utilizzo di attrezzature elettriche.

Gli infortuni da caduta dalle scale portatili sono spesso gravi e legati a lavori svolti in quota: la pulizia dei vetri, delle tapparelle, degli androni, o durante piccole manutenzioni come il cambio di lampadine. Le scale, infatti, vengono utilizzate come luoghi dove i lavoratori svolgono attività che impegnano le due mani, spesso spostando o sollevando pesi o assumendo posture che facilitano lo sbilanciamento. Tra i danni più frequenti ci sono le abrasioni, le contusioni, le fratture agli arti inferiori e superiori.

L’infortunio più ricorrente nel settore delle pulizie è quello da “urto, schiacciamento”, in gran parte legato all’utilizzo di attrezzature ma anche agli spazi ridotti in cui, spesso, il lavoratore si trova ad operare. Rispetto al rischio di caduta per scivolamento i danni tipici sono le contusioni, le distorsioni e le lesioni agli arti superiori e inferiori.

E poi ci sono i prodotti chimici per la pulizia e la disinfezione ambientale utilizzati in questo settore. L’esposizione al rischio è correlata alla qualità dei prodotti utilizzati, alla frequenza e alla modalità con cui vengono impiegati. Nonché dalla presenza di adeguati ricambi d’aria nel luogo di lavoro.

Malattie della pelle

Dermatiti irritative e allergiche localizzate alle mani, ai polsi, agli avambracci. Si sviluppano nel tempo per esposizioni ripetute anche a quantità basse di sostanze irritanti, ed assumono la forma cronica con possibile remissione nel lungo periodo. La patologia più diffusa è sicuramente l’eczema alle mani che secondo alcuni studi rappresenta il 60-90 per cento di tutte le affezioni della pelle riscontrate nei lavoratori delle pulizie. Oltre alla presenza di sostanze irritanti vanno prese in considerazione le diminuite difese della pelle, dovute sia alle sostanze utilizzate, sia al fatto che i lavoratori delle pulizie stanno con le mani bagnate per lunghi periodi dell’orario di lavoro.

Malattie respiratorie e asma

Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi. Secondo alcune ricerche risulta che l’incidenza di asma è cresciuta tra i lavoratori delle pulizie negli ultimi dieci anni. E che le pulizie sono la quarta attività lavorativa con il più alto rischio di asma dopo quelle degli agricoltori, dei verniciatori e degli operai dell’industria plastica. Il rischio di asma differisce a seconda delle attività e dei locali dove si svolgono i lavori di pulizia ed è più alto per le pulizie di cucine, le lucidature mobili e la pulizia dei sanitari. Questo si può spiegare con l’uso di spray e prodotti per pulire come clorina, sale di ammonio, composti di ammonio quaternario ed etanolammine.

 

A cura della redazione di Muletti Dappertutto

Patologie cardiache e respiratorie. Chi sono i lavoratori più esposti e come si manifestano. | DVR Bergamo

By / CORSI, DVR, RSPP, SICUREZZA LAVORO / Commenti disabilitati su Patologie cardiache e respiratorie. Chi sono i lavoratori più esposti e come si manifestano. | DVR Bergamo

Patologie cardiache e respiratorie. Chi sono i lavoratori più esposti e come si manifestano.

DVR Bergamo

Il polmone rappresenta l’organo più esposto ai tossici professionali costituendo inoltre la principale via di assorbimento di molte sostanze aerodisperse in ambito lavorativo.

Per capire la ragione dell’importanza dell’apparato respiratorio in ambito lavorativo basti pensare che i nostri polmoni sono costituiti da oltre 120.000 alveoli (piccole “sacchette” dove l’aria e le sostanze tossiche entrano in contatto con i capillari) che hanno una superficie interna complessiva di circa 70 mq, paragonabile a quella di un appartamento di medie dimensioni.

Questa enorme superficie di scambi fa sì che ogni tossico inalato possa essere assorbito nel sangue del lavoratore.

Ogni individuo inoltre effettua circa 17.000 atti respiratori al giorno (se è a riposo) e per tanto il volume d’aria scambiato con l’ambiente esterno giornalmente è di 8.000–20.000 litri.

Alla luce di quanto detto è evidente che ogni agente tossico presente in ambiente lavorato può determinare effetti a carico dell’apparato respiratorio e da questo andare ad interessare anche altri organi per effetto dell’assorbimento attraverso il sangue.

L’esposizione lavorativa può essere causa di una vasta gamma di malattie professionali tra le quali bronchite acuta e cronica da polveri, gas e fumi tossici, fibrosi polmonari da carbone, silice ed amianto, asma professionale (ad esempio da isocianati o polveri di cereali), malattie da iper sensibilità (polmone del contadino da inalazione di spore fungine presenti nel fieno), infezioni (ad esempio la tubercolosi) ed infine i tristemente noti tumori professionali del polmone o delle pleure (mesotelioma pleurico).

In particolare quest’ultimo assume grande rilevanza in quanto trattasi di neoplasia altamente maligna e gravata da una elevata mortalità e la cui incidenza nella popolazione generale è in aumento nonostante il bando nazionale dell’amianto (fuori produzione dal 1992) per via della lunga latenza di insorgenza (il tumore può insorgere anche a 40 anni dall’esposizione).

Tra le altre malattie merita attenzione la bronchite cronica (e l’enfisema) che può manifestarsi nei saldatori che lavorano in assenza di dispositivi di protezione (aspiratori) per effetto dell’inalazione di ossidi di metallo, la bronchite degli esposti a polveri di cemento che può evidenziarsi tra i lavoratori dei cementifici e nel comparto dell’edilizia e l’asma professionale.

Quest’ultima rappresenta una patologia emergente e spesso non diagnosticata in quanto il medico di famiglia e lo pneumologo solitamente non indagano la storia lavorativa dei soggetti visitati.

Dal momento che le malattie polmonari da lavoro possono essere anche molto gravi ed a volte letali è necessario agire in via preventiva, mantenendo salubre l’aria dell’ambiente di lavoro ed utilizzando gli appositi dispositivi di protezione individuale (mascherine/facciali filtranti adeguati alla dimensione delle particelle presenti).

È inoltre fondamentale effettuare una diagnosi precoce di eventuali malattie appena insorte per poter allontanare il lavoratore dall’esposizione nociva; a tal fine il medico competente dell’azienda effettua una visita medica mirata all’apparato respiratorio e integra l’indagine mediante la spirometria.

L’esame spirometrico si esegue con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro.

L’indagine è semplice, per nulla invasiva o fastidiosa ma richiede una completa collaborazione da parte del lavoratore che deve eseguire delle manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca allo spirometro. Essa misura la funzione dei polmoni e dei bronchi in maniera semplice ed accurata.

L’indagine clinica in casi specifici può essere integrata da una radiografia del torace o (più modernamente) da una TC del torace ad alta risoluzione. Quest’ultimo esame, comportando una dose di radiazioni più elevata può essere prescritto dal medico solo in casi particolari.

Il lavoratore deve segnalare al medico competente ogni eventuale sintomo (tosse, difficoltà respiratoria, affanno) insorto in ambiente lavorativo affinché questi possa indagarne il motivo.

Ovviamente è tassativo che particolarmente coloro che lavorano esposti a tossici respiratori si astengano dal fumo di sigaretta.

Per quanto riguarda il cuore e l’apparato cardiovascolare, questo può essere il bersaglio di agenti professionali (solventi, metalli) in grado di determinare aritmie, ischemia miocardica e scompenso cardiaco. Tali effetti alle attuali esposizioni lavorative sono però divenuti fortunatamente rari.

Più comunemente può avvenire che una condizione di salute personale (ad esempio un infarto) pongano problemi di idoneità allo svolgimento di una determinata mansione che comporta ad esempio sforzi gravosi (edilizia o magazzinaggio).

In tali casi il medico competente richiederà una serie di esami (elettrocardiogramma, prova da sforzo ecocardiogramma) che sono utili a capire quale è il livello di sforzo che il lavoratore può compiere senza rischio.

Anche e soprattutto in ambito cardiovascolare è molto importante prestare attenzione alla riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare mediante riduzione dei livelli di colesterolo, controllo della pressione arteriosa, pratica di regolare attività fisica, abolizione del fumo di sigaretta.

Dott. Luca Coppeta, Professore Ordinario all’Università degli Studi di Tor Vergata