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Nasce il servizio 81fad.com VR Experience, la realtà virtuale applicata alla sicurezza sui luoghi di lavoro | Corsi e-learning sicurezza

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Nasce il servizio 81fad.com VR Experience, la realtà virtuale applicata alla sicurezza sui luoghi di lavoro

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La Realtà Virtuale o VR (Virtual Reality in anglosassone) ha sempre rappresentato un obiettivo fin da quando è nato il cinema. Se alla fine dell’800 anche lo stesso cinema “tradizionale” poteva essere considerato una “Realtà Virtuale” con il passare degli anni si è cercato di rendere sempre più realistica la fruizione di contenuti video.

Il primo tentativo di realtà virtuale lo ritroviamo fin dagli anni ’50, più precisamente nel 1955 quando fu creato il Sensorama. Gli utenti erano seduti su una sedia che si muoveva insieme alla simulazione, mentre un grande schermo stereoscopico e casse stereo fornivano stimoli visivi e sonori. Vi era anche un tunnel del vento che simulava effetti d’aria e profumi. Era ovviamente uno strumento di grandi dimensioni e non uscì mai dallo stato prototipale.

A seguire furono creati numerosi altri prototipi che simulavano il mondo reale attraverso sistemi che non si discostano molto da quelli utilizzati oggi. Il principio base era sempre quello di proiettare due immagini differenti, una per occhio, che simulassero così la visione stereoscopica. I famosi occhiali con lenti rosse e ciano ne erano un primo esempio semplificato. Il primo prodotto commerciale a sfruttare un sistema stereoscopico fu il Nintendo Virtual Boy. Il prodotto aveva ovviamente scopo puramente ludico e permetteva la visualizzazione di immagini 3D monocromatiche caratterizzate da linee rosse che ricostruivano ambienti in tre dimensioni. All’epoca fu una rivoluzione dal punto di vista tecnologico soprattutto considerando che Nintendo fu in grado di commercializzare il dispositivo su larga scala cosa che prima di allora sembrava impossibile. Un’errata strategia di vendita errata insieme ad un parco titoli non all’altezza portò alla fine prematura della produzione di questo gioiello tecnologico.

Il fallimento commerciale del prodotto di Nintendo fece capire ai produttori del mondo Hi-Tech che le tecnologie non erano ancora pronte per lo sbarco nel mercato di massa ed accantonarono per molti anni lo sviluppo di sistemi stereoscopici.

Nel 2012, il lavoro di un teenager americano, portò alla rinascita dei sistemi di realtà virtuale. Il nome del progetto era Oculuis Rift, un sistema che sfruttava due schermi LCD ad alta risoluzione per proiettare una immagine stereoscopica che finalmente poteva garantire un livello di realismo tale da essere proposta al grande pubblico nuovamente come aveva fatto 20 anni prima Nintendo. Il sistema, tutt’oggi in via di sviluppo e aggiornamento, pecca soprattutto per la necessità di molta potenza di calcolo ottenibile solo collegandolo a PC di fascia medio-alta.

Nel 2014 vengono finalmente svelati nuovi sistemi che riescono a conciliare economicità e funzionalità utilizzando un sistema che per sua natura è di una semplicità disarmante. Infatti sfruttando la potenza di calcolo e i sensori sempre più precisi presenti sugli smartphone nascono i primi visori con lenti polarizzate che sfruttano per l’appunto il cellulare stesso come “schermo” il quale si divide in due parti visualizzate distintamente dall’occhio destro e dall’occhio sinistro.

Questo sistema evoluto permette finalmente di portare la tecnologia VR a persone e ambienti del tutto nuovi. Le esperienze possibili si moltiplicano con la diffusione di sistemi per la ripresa 3D specifici in grado di creare una resa eccezionale in termini di realismo e sensazione di immersione.

Proprio da questi presupposti nasce anche l’idea di portare la Realtà Virtuale anche all’interno del mondo della Salute e della Sicurezza sui luoghi di lavoro. Durante l’Expo Training 2017 infatti la Fondazione Asso.Safe ha lanciato un nuovo servizio all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, 81fad.com VR Experience è infatti un servizio offerto dalla Fondazione Asso.Safe ai propri centri convenzionati che ha come scopo sia l’informazione sui pericoli inerenti l’utilizzo di determinate attrezzature sia la formazione degli addetti che potranno verificare anche durante la fase di lezione in aula eventuali problematiche tipiche dell’utilizzo di determinati macchinari. Una visione stereoscopica sia di video che di immagini statiche permette quindi di capire meglio le necessarie misure di prevenzione di eventuali incidenti soffermandosi su aspetti che le semplici slide non possono fornire. Inoltre lo strumento può essere utile anche quando ci si interfaccia con i datori di lavoro per poter mostrare concretamente i pericoli che incorrono nell’utilizzo di determinate attrezzature. Infatti spesso che deve formare un addetto della propria ditta ignora completamente i pericoli che il suo dipendente corre quotidianamente. Si finisce con il credere che la formazione sia una mera questione formale mentre il pericolo è relegato all’alveolo delle fatalità.

La visione di un pericolo imminente attraverso la realtà virtuale permetterà a chiunque di capire questi pericoli con i “propri” occhi.

Il servizio offrirà quindi un sistema completo per la visualizzazione dei filmati in 3D che necessiterà di un semplice smartphone per funzionare.

Il servizio 81fad.com VR Experience infatti include il visore 3D personalizzato “81fad.com”, un’applicazione che permetterà di selezionare l’esperienza da visualizzare a seconda delle necessità dell’utente con un semplice tocco, la disponibilità di video a 360° in Virtual Reality in continuo aggiornamento.

Un servizio completo in grado di ottimizzare la gamma di servizi da offrire ai propri clienti e di grande impatto visivo ed esperienziale che oggi nasce all’interno della Fondazione Asso.Safe ma che rappresenta certamente il futuro da un punto di vista professionale.

7 anni fa veniva presentato il primo Ipad, e si cominciarono a vedere i primi tecnici e i primi agenti all’opera con quello che era all’epoca lo strumento futuristico per eccellenza, oggi smartphone e tablet fanno parte della nostra quotidianità così come lo saranno i visori 3D tra qualche anno. Proprio con questa ottica la Fondazione Asso.Safe ha deciso di proporre questo nuovo servizio ai propri centri per vivere già oggi la “normalità” di domani.

Per. Comm. Alberto Faggionato, Responsabile Informatico della Fondazione Asso.Safe

Punto di Vista – Novembre 2017

Effetti del demansionamento del dipendente | Corsi sicurezza Dalmine

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Effetti del demansionamento del dipendente

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I Giudici di legittimità, Sezione Lavoro, si sono pronunciati, con sentenza 20123/2017, in merito alla vicenda di due lavoratori licenziati illegittimamente.

I due, impugnando il predetto provvedimento, avevano ottenuto il diritto al reintegro nel posto di lavoro, al quale il datore aveva tuttavia dato seguito con largo ritardo. Inoltre il datore, adducendo una importante riorganizzazione aziendale, avvenuta successivamente all’impugnato licenziamento, aveva assegnato i lavoratori a mansioni inferiori a quelle svolte dagli stessi in precedenza, in quanto le stesse non risultavano più disponibili al momento del reintegro dei dipendenti.

Tale condotta appare sicuramente censurabile ed illegittima, ed origina in capo al lavoratore demansionato il diritto al risarcimento del danno.

Il datore difatti, per sottrarsi all’obbligo risarcitorio nei confronti dei dipendenti, avrebbe dovuto dimostrare non solo che il riassetto organizzativo abbia di fatto eliminato alcune mansioni, bensì che tali mansioni siano state eliminate per cause a lui non imputabile. Ma soprattutto, il datore deve provare la impossibilità di assegnare il lavoratore a mansioni alternative ed equivalenti a quelle svolte in precedenza; a mente dell’art. 2103 c.c., infatti, “il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte”. Il dipendente dunque non può essere ragionevolmente chiamato a sopportare le conseguenze delle sorti aziendali, laddove risultino per lui pregiudizievoli.

Sulla scorta delle citate considerazioni, pertanto, in difetto di mancato assolvimento dell’onere della prova -da parte del datore- nei termini suddetti, allo stesso incombe l’onere del risarcimento del danno patito dal lavoratore per l’avvenuto demansionamento.