Identificazione dei pericoli | Documento di Valutazione dei Rischi Bergamo

Identificazione dei pericoli

Documento di Valutazione dei Rischi Bergamo

Il termine pericolo rappresenta la proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni, viene confuso con il termine rischio.

La “Norma UNI EN 292 PARTE I/1991” definisce il pericolo come fonte di possibili lesioni o danni alla salute ed il rischio come combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa.

È fondamentale, quindi, distinguere tra i concetti di pericolo e di rischio che risultano sostanzialmente diversi in quanto il pericolo è la proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; il rischio è la probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione, con la conseguenza che il rischio non potrà essere eliminato finché esisterà una sorgente di pericolo. L’art. 15[1] del D. Lgs. n. 81/2008, al comma 1, stabilisce, tra le misure generali di tutela nei luoghi di lavoro, la valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza, la programmazione della prevenzione, l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico.

Tali riferimenti al progresso tecnico inducono a ritenere che la tutela che deve essere garantita al lavoratore, non è il risultato di una valutazione statica basata soltanto sulla normativa in vigore, si tratta bensì di un processo dinamico che obbliga il datore di lavoro a quel salto di qualità nell’eliminazione o riduzione dei rischi in funzione del progresso delle conoscenze tecniche. L’obiettivo, quindi, non è il documento finale di valutazione ma la stima dei rischi e la pianificazione per ridurli, in un più ampio e qualificante progetto di miglioramento continuo delle condizioni di lavoro per raggiungere quello stato di completo benessere fisico, mentale e sociale richiesto.

Il percorso che le imprese devono compiere è quella della gestione della sicurezza, attraverso un continuo adattamento organizzativo e strutturale, la pianificazione della sicurezza non disgiunta dalla pianificazione del sistema produttivo. L’esame degli infortuni accaduti nell’Unione Europea lascia emergere che il 75% di tali eventi sono il risultato di carenze nella gestione e nell’organizzazione del lavoro, di errori nella fase di pianificazione, dalla scarsa attenzione dei vertici aziendali per la sicurezza e nell’insufficiente formazione ed addestramento degli operatori[2].

[1] “Misure generali di tutela

[2] Dati Eurostat

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