Glifosato: L’Unione Europea fa slittare nuovamente una decisione. L’Italia preferisce non aspettare. | Valutazione rischio chimico

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Glifosato: L’Unione Europea fa slittare nuovamente una decisione. L’Italia preferisce non aspettare.

Valutazione rischio chimico

Il Glifosato, uno dei pesticidi più utilizzati al mondo, è attualmente al centro di un acceso dibattito politico e scientifico sull’autorizzazione al suo utilizzo, che sta coinvolgendo i 28 paesi dell’Unione Europea e che ancora non ha trovato una soluzione chiara e definitiva.

Non rassicurano i pareri scientifici discordanti sui rischi per la salute che il glifosato dovrebbe produrre sull’uomo, ma è certo che un vasto movimento di cittadini europei e associazioni a tutela dei consumatori si è già fortemente schierato contro l’utilizzo di questo diserbante.

A scoprire le proprietà erbicide del glifosato fu nel 1970 il chimico della Monsanto John E. Franz, il pesticida venne messo in commercio a partire dal 1974 rimanendo un’esclusiva della Monsanto fino agli anni 2000.

Oggi chiunque può produrre glifosato ed in effetti in Europa si contano ben 14 aziende produttrici.

Il glifosato è in assoluto l’erbicida più utilizzato nel mondo per la cura di spazi verdi e giardini, ma è in agricoltura che si riscontra il suo maggiore utilizzo, in effetti solo nel 2014 sono stati utilizzati 9 miliardi di kg di glifosato nel 30% dei campi del mondo.

Se pensiamo al grano poi, il glifosato viene utilizzato anche come disseccante, irrorato prima della raccolta del grano, permette una veloce asciugatura della spiga e quindi una raccolta anticipata del grano fino a due settimane.

La domanda allarmante è quanto glifosato arrivi sulle nostre tavole e se dobbiamo preoccuparci per la nostra salute.

Il dibattito scientifico e politico sul glifosato è molto acceso e a tratti contraddittorio, nel marzo 2015 l’OMS, l’Organizzazione Mondiale Sanità ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo, dall’altra parte però, c’è il parere dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che qualche mese dopo il parere dell’OMS, ha assolto il glifosato definendolo probabilmente non cancerogeno e limitandone solo la dose giornaliera a 0,5 mg per kg di peso corporeo.

Nel mezzo di tutto questo c’è poi la Commissione Europea che a giugno del 2016 ha scelto di prorogare l’utilizzo del glifosato di 18 mesi, ma contestualmente ha chiesto agli stati membri di limitare l’utilizzo del diserbante nei luoghi pubblici.

Mentre l’Unione Europea tentenna e  non prende una chiara posizione sul glifosato, le Associazioni di consumatori di diversi paesi europei, compresa l’Italia, non perdono tempo, commissionando una serie di test sugli alimenti per rintracciare la presenza di residui di glifosato.

I timori dei consumatori si concentrano su alimenti di uso comune come biscotti, farina, fette biscottate e pasta, senza contare la preoccupazione per il grano di importazione da Canada e Stati uniti, dove viene comunemente utilizzato il glifosato nel trattamento del grano nella fase di pre raccolta.

E il grano italiano? A tutelare la salute dei cittadini italiani è intervenuto il Ministero delle Politiche Agricole che si schierato contro la conferma dell’autorizzazione all’utilizzo del diserbante in Europa e indipendentemente dall’opinione e dagli esiti del confronto europeo ha lanciato un progetto a tutela delle produzioni italiane strutturando il piano nazionale Glifosato Zero entro il 2020.

Tornando agli sviluppi in sede europea, la Commissione, ha proposto un rinnovo parziale, per 12-18 mesi, cioè fino alla fine del 2017, quando è previsto che l’Echa (l’Agenzia europea per le sostanze chimiche) completi la valutazione degli effetti del glifosato sulla salute umana e l’ambiente.

L’autorizzazione alla vendita del glifosato nell’Ue scadeva a fine giugno, ma nonostante lo scetticismo generale dei governi sul controverso composto chimico, i forti dubbi sulla sua sicurezza per la salute e la mobilitazione di milioni di cittadini europei, la Commissione Europea ha deciso di prolungare di 18 mesi l’autorizzazione per l’uso del glifosato ignorando la voce dei cittadini e i pareri della comunità scientifica.

Forte delusione per le Associazioni ambientaliste e Ong in attesa di un diverso risultato che tenesse conto della salute e della sicurezza dei cittadini europei.

Il Commissario Ue Vytens Andriukaitis annunciando la proroga delle concessioni per l’erbicida ha voluto giustificare la decisione come un «obbligo giuridico» per la Commissione.

A favore della proposta si sono schierati 19 stati membri; altri 7, tra i quali l’Italia, si sono astenuti, mentre Malta e Francia hanno votato contro.

Entro la fine del 2017 è comunque atteso il parere dell’Agenzia per la chimica europea (Echa), che si pronuncerà sulla pericolosità del prodotto.

La speranza è che si arrivi ad un parere certo ed indipendente sulla sicurezza del glifosato che permetta all’Unione Europea di raggiungere una decisione chiara e definitiva sulle modalità di utilizzo.

 

Dott.ssa Laura Faggiotto, Direttrice di Punto di Vista